mercoledì 6 aprile 2011

Odio le ingleserie

Non mi trova assolutamente d’accordo questa tendenza (tutta italiana) di usare gli inglesismi, abbiamo la necessità di cambiare sostantivi italiani con il corrispettivo inglese, e questo lo detesto. Lo odio, mi sale il sangue al cervello.
Ma andiamo per ordine.
Mi riferisco a tutti questi “ADMINISTRATOR” anziché “amministratori”che partecipano ai  “LUNCH”, o agli  “INTERIOR DESIGNER”  anziché “disegnatori d’interni” che sviluppano “OPEN SPACE” e “LIVING ROOM”, o ancora a questi  “WEDDING PLANNER” che trovano le “LOCATION” per le loro “WEDDING CAKE” e via discorrendo. Ma cazzo, non ci si riesce proprio a parlare la nostra lingua!?!?! Non si può essere organizzatori di matrimoni che trovano il posto per festeggiare dopo la funzione e poi mangiare la torta degli sposi?
Sapete che le testate giornalistiche o le reti televisive hanno i “COMPETITOR” anziché dei semplici concorrenti? Non esiste più la concorrenza di una volta. Adesso c’è la “COMPETITION”.
Negozi di “PET FOOD” che continuano a vendere le crocchette per i cani, ma lo fanno con stile “BRITISH”.

A proposito di stile, quando gioco a pallone, capita che un mio CROSS (traversone) venga ribattuto in CORNER (calcio d’angolo) ed il LINEMAN (guardalinee) me lo conceda. Lo batto, ma un mio compagno viene atterrato con un TACKLE (scivolata) da un difensore e l’arbitro ci concede il PENALTY (rigore). Tiro e “rete” anzi GOAL (che usiamo anche noi come terminologia). Palla a centrocampo,ma appena la recuperiamo mi lanciano lungo l’OUT (linea del fallo laterale) però finisco in OUTSIDE (fuorigioco). Non è vero! Era buona la mia posizione! Mi incazzo e gli urlo “ma vaffanculo!” . Perché c’è più gusto mandarcelo nella nostra lingua.

Non sono altresì d’accordo con il chiamare il proprio negozio con i nomi (rigorosamente inglesi) più banali e scontati. Indice di scarsa creatività e cultura. Così, siamo pieni di “WORLD”, “PLANET”, “MAGIC”, “FANTASY” eccetera.
Ad esempio il negozio “PLANET SANDWICH” non poteva chiamarsi “pianeta panino”? Che male c’è? O il ristorante “OLD RIVER”, non lo avremmo scelto se si fosse chiamato “vecchio fiume”?
Il “THE CLOCK PUB” se si fosse chiamato “l’orologio” lo avremmo scambiato per un’oreficeria?

Il discorso non può estendersi alle grandi distribuzioni (McDONALD o BLOCKBUSTER o TOYS “R” US) perché hanno ovviamente un carattere internazionale e delle pretese diverse dalla latteria di quartiere.

Discorso diverso è per quelle terminologie inglesi che pur avendo il corrispettivo italiano, sono nate in un’epoca dove internet e la conseguente globalizzazione, hanno consacrato l’idioma della perfida Albione come il più diffuso ed ufficiale del pianeta.
Per fare un esempio, il termine “CHAT” con annesse “CHAT ROOM” difficilmente le avremmo chiamate “stanza delle chiacchiere” con la stessa efficacia. A volte avendo il corrispettivo è meglio usare la lingua d’origine.

Non mi trova d’accordo invece chi preferisce usare termini inglesi usandoli (in una frase ovviamente in italiano) con la grammatica inglese.
Un cantante moderno come Vasco Rossi o Tiziano Ferro, non hanno più i propri sostenitori, o gli affezionati, gli innamorati od i seguaci. No, loro hanno i FAN. O FANS. Ed è qui che comincia la mia polemica. Non vogliamo più sostenitori italiani, a loro preferiamo FAN internazionali e per farlo prendiamo in prestito termini inglesi, perché quelli italiani li troviamo obsoleti e troppo classici, o comunque poco adatti alla caratura di cotanti artisti.
Però evitiamo di imbastardire la nostra grammatica. Il termine FAN perde la propria anima (inglese) se portato in italiano, quindi non è declinabile. Non si può pluralizzarlo in italiano, perché non è una parola italiana, ma per (sacrosanta) coerenza non si potrebbe (dovrebbe) saltare da una grammatica all’altra a proprio piacimento.
Le parole sono strumenti e la grammatica è la mano che li usa, ergo, è la parola che dovrebbe adattarsi alla grammatica, e non viceversa. Sarebbe come usare un cacciavite per piantare un chiodo.
La nostra lingua già contempla la pluralizzazione di un termine senza doverlo declinare, quindi il nostro cantante dovrebbe dire “Ringrazio tutti i miei FAN” anziché aggiungere quella “S” alla fine, tanto esotica quanto fuori luogo. Non ce ne è bisogno, la nostra grammatica ci fornisce gli strumenti adatti per far capire che si sta parlando di più persone anziché di una soltanto. E’ un’esotica ridondanza.
Invece l’italianizzazione (quando non è forzata) dei termini inglesi la trovo giusta. Ad esempio “ciattare” o “chattare” ed i conseguenti “bannare” o “chiccare” (kickare), ma non sopporto la forzatura di quella pubblicità che invita a chiamare un numero telefonico dicendo “Ringa il 1254”.
Io telefono. Faccio uno squillo tutt’al più. Non ringo, voi altri non so.

In sostanza, attacco chi vuol essere esotico ed esclusivo a tutti i costi (solo per far colpo sulla propria nonna paesana), risultando solo patetico ed ipocrita, o contro chi non avendo un briciolo di cultura vuol sembrare multiculturale ed internazionale.
Abbiamo una lingua nobile, fra le più complete e ricche del mondo e della storia, ma la trascuriamo, la violentiamo e la vilipendiamo, a favore di un’alta più diffusa e di moda, ma anche infinitamente più povera e bastarda. In nome di Dante Alighieri ed Alessandro Manzoni torniamo ad usare l’italiano, e se proprio dobbiamo fare l’insegna del proprio negozio, e non vogliamo usare il tricolore, si potrebbe usare il latino. Faremmo sicuramente più cultura.

Per chiudere, capisco la volontà e necessità di ognuno di noi d’aver un carattere più europeo e moderno, ma prego ognuno di voi di guardare con occhio più critico ciò che ci circonda e vedere quanto pressapochismo c’è in giro.
Salutandovi mando a cagare tutti ‘sti “GENERAL MANAGER” e “WEB ENGINEER”.

lunedì 4 aprile 2011

Come è facile imbrogliare la mente.

 
Avete sentito cosa dice questa canzone?
In realtà il testo dice: Gotta make a move to a Town that's right for me. Ma per lo stesso principio che ci obbliga a vedere il viso di Cristo su un muro ammuffito, o un leone in una nuvola, il cervello tende sempre a riconoscere ciò che di familiare vede o sente.

sabato 2 aprile 2011

Ma come si fa?

Ma come si fa a non avere un'identità politica?
Come si fa a non avere un'idea politica?
Com'è possibile che tanta gente non abbia interesse nell'amministrazione del paese?

Inizio con queste tre domande sperando che ce ne faremo altre e contestualmente sperando di trovare delle risposte.
Vi spiego il perchè di questo Post. Ogni tanto capita (come credo ad ognuno di noi) che passeggio nei vari profili di Facebook e specialmente in quelli dei miei (non) amici per puro spirito cazzaro. Mi guardo le foto, guardo i Link che pubblicano sulle proprie bacheche, e leggo le INFO. Le info, queste etichette che ci auto affibbiamo.
E leggo le cose più disparate: c'è chi dichiara d'esser nato nel 1900 e chi dice di vivere in Texas, c'è chi si dichiara cattolico protestante e chi animista, e c'è chi dichiara di non aver interessa nella politica.
Bhè, cazzo, qui ci sarebbe da parlarne!
Com'è possibile (mi dico) che c'è ancora qualcuno che si professa della "pagnotta"??? La pagnotta, ragazzi, ma vi rendete conto? Io toglierei i diritti civili a chi si dichiara "pagnottico". E' il più alto tradimento. Tradimento degli ideali (qualsiasi essi siano), tradimento dell'intelligenza (personale e collettiva), tradimento di sè stessi e dei propri figli.
Come si fa a cedere le armi senza aver combattuto? Come si fa a dire"tanto è tutto un magna magna"?
Dunque, io sono sconfortato.
Queste persone lavorano e pagano le tasse, come tutti quanti in una società civile (civile???). Ma dico, non gli interessa sapere come i nostri soldi (che siamo obbligati per legge e cedere allo stato) vengono utilizzati?
Lo scrivevo qualche giorno fa in Facebook, ma non ho trovato grosso riscontro.
Porgo nuovamente il quesito qui.
Voi sossterreste l'ignoranza (scelta, voluta e difesa) di queste persone? Queste persone che si fanno dire da qualcun altro per chi votare? Il quale voto conta come il mio ed il vostro.
Quando vado al supermercato e scelgo di comprare il latte anzichè la birra sto creando un pensiero politico.
Quando sto in un'urna con la matita in mano, sto scegliendo. Scelgo!
Chi di noi si farebbe fare la spesa da qualcuno che non sa cosa realmente ci serve?
O chi si farebbe comprare un'automobile senza conoscere le nostre disponibilità, le nostre preferenze, i nostri criteri o le nostre priorità? A quanto pare tanti di noi ragionano (?) così.
Questo mi stupisce, mi indigna, mi duole e annienta in me ogni speranza di rivoluzione.
Come vi comportate di fronte a queste persone?
Cosa muovono nel vostro animo?

COME RICONOSCERE UN ICTUS CEREBRALE (E COME USARE FACEBOOK)

La maggior parte delle persone non muoiono immediatamente.

Un neurologo sostiene che se si riesce ad intervenire entro tre ore dall'attacco si può facilmente porvi rimedio. Il trucco è riconoscere per tempo l'ictus. Riuscire a diagnosticarlo e portare il paziente entro tre ore in terapia. Cosa che non è facile.

Nei prossimi 4 punti vi è il segreto per riconoscere se qualcuno ha avuto un'ictus cerebrale:

* Chiedete alla persona di sorridere (non ce la farà);

* Chiedete alla persona di pronunciare una frase completa (esempio: oggi è una bella giornata) e non ce la farà;

* Chiedete alla persona di alzare le braccia (non ce la farà o ci riuscirà solo parzialmente);

* Chiedete alla persona di mostrarvi la lingua (se la lingua è gonfia o la muove solo lateralmente è un segno di allarme). Nel caso si verifichino uno o più dei sovra citati punti chiamate immediatamente il pronto soccorso. Descrivete i sintomi della persona per telefono.

Siete d'accordo con questo tipo d'informazione?
L'ho trovata sulla Home di Facebook ed ho deciso di chiedere la vostra opinione.
Pensate che Facebook possa essere usato (anche) come strumento di divulgazione informativa culturale?
Usare Facebook solo per il cazzeggio selvaggio, è usarlo propriamente?
Fatta salva la libertà di ognuno, secondo voi, la nostra generazione ha il dovere/diritto di usarlo non solo come una porta d'evasione dalle pesantezze della vita?

giovedì 31 marzo 2011

Perchè ci sono così tanti platani a Roma?


Secondo voi, perchè ci sono così tanti platani a Roma?
Quand'ero più "giovane" sviluppai un'ipotesi, che a risentirla ora, un pò vacilla ma credo sia ancora proponibile.
Dunque, mi spiego. Il platano è una pianta con tante foglie larghe. Ha insomma una bella chioma. Ma queste foglie (non essendo il platano un evergreen) in autunno cadono. Con il risultato che abbiamo tonnellate di foglie in giro per le nostre strade.
Problema numero uno. Roma Capitale deve pagare degli addetti che raccolgano le foglie, e che liberino i tombini. Altrimenti la foglia viene sbriciolata e si impasta con il fango che ricopre le nostre strade nei giorni di pioggia, causando possibili incidenti per chi è a piedi, in motorino o in auto. (Roma Capitale ci guadagna con i sinistri avvenuti nel proprio territorio?)
Problema numero due. In primavera il platano produce polline a quintali. Quanti di noi sono allergici a questo polline? Roma Capitale non può far niente per salvaguardare i propri cittadini? O forse Roma Capitale ci guadagna essendo possessore di circa 50 farmacie (comunali) dislocate su tutto il proprio territorio...?

Possibile che quando si disegna un nuovo quartiere non si tengano i considerazione altre piante?
Essendomi informato, ho "scoperto" che il platano si è sempre usato perchè è una pianta a crescita rapida, con radici poco forti (a differenza del pino o dell'eucalipto che potrebbero rompere il manto stradale) ed ha un bell'ombrello. Però è vero pure che si ammala facilmente (altre spese per curarlo o per abbatterlo).
Ho altresì scoperto che viene usato come "smogometro" ossia, per tener sotto controllo il livello di polveri sottili che imperversano in città. Ho capito che ha la qualità di metabolizzare lo smog e questo viene usato a nostro favore (è indubbiamente un pregio).
Un altro pregio è che il platano è una pianta nostrana e non costa praticamente nulla.
Ma essendo io un esteta, devo necessariamente farvi una domanda; a voi piace il platano? Secondo me non è una bella pianta. Abbastanza banale, poco affascinnante e poco elegante, richiama un pò l'anima popolana della città. Ma Roma si sa, è tutto (è la città più alberata d'Europa), è popolana e snob. Secondo me il pino è un albero snob. Elegante, questo si, dritto e con una chioma sempre a posto. Quasi fosse una signora della "Roma bene" che nonostante l'età ancora cammina dritta come un fuso e con i capelli sempre in ordine. Le pigne sono gli orecchini.
Ma torniamo al platano. Quindi secondo me il platano da più problemi anzichè risolverli. Bisogna capire per quale motivo è scelta come pianta regina per ogni progetto urbanistico.
Adorerei vedere (magari poche) strade alberate con gli aceri, come quelli canadesi.
Che bei colori che regalerebbero alla città!

Pensate magari a Viale Marconi alberato così...sarebbe uno spettacolo.
Capisco che in termini di costi sarebbe dispendioso. Però chissà, magari si potrebbe creare una nuova attrazione turistica. Ora, ho "sparato" Viale Marconi solo per dire una strada grande, un viale appunto, ma detto fra noi mi piacerebbe vedere l'Eur alberato in questa maniera. Credete che si tradirebbe l'anima latina e mediterranea di Roma? Sarebbe un azzardo, ma credo che il risultato ne varrebbe certamente la pena.
E poi, l'acero non è attaccato dal punteruolo rosso, che si sta pappando un sacco di palme (altra pianta che adoro).
Chissà che magari qualche assessore non mi ascolti...
Buona passeggiata a tutti.

mercoledì 30 marzo 2011

Io dico no al nucleare!

Ragazzi, vi rendete conto di cosa stiamo rischiando?
Il nostro governo ci sta obbligando a mettere l'atomo in giardino.
Non solo non sono d'accordo, ma mi opporrò strenuamente per far in modo che questo sequipedale (e qui qualcuno sicuramente riderà) errore si commetta.
Abbiamo tante altre risorse più ecologiche da sfruttare e noi cosa andiamo a fare? A costruire centrali atomiche...soprattutto in questi giorni in cui stiamo vedendo cosa sta accadendo al Giappone.
Non è eresia pensare al dopo...dopo che la nostra generazione non ci sarà più, ci saranno i nostri figli ed i nostri nipoti, ma noi pensiamo solo al presente.
Una centrale ha una vita media di 30 o 40 anni, poi si mette il nocciolo dentro un sarcofago di cemento e le scorie radioattive si fanno colare a picco nel mare (a tal proposito andare a vedere il video di Gianni Lannes che denuncia proprio questi accadimenti) insieme alle navi. Facendo "lavorare" la ndrangheda.
I giapponesi non sono mafiosi (spero) però stanno vivendo la tragedia più grande dalla seconda guerra mondiale, proprio perchè il nucleare è pericoloso. E' pericoloso!
Abbiamo l'idroelettrico, l'eolico, il solare...ma noi andiamo a cercare l'atomo perchè tanto ce le hanno in Francia, e se scoppia una centrale in Francia le radiazioni ci raggiungerebbero lo stesso. Cazzo di discorso è? Se il tuo vicino di casa ammazza di botte i figli allora lo fai pure tu perchè se piangono i suoi o i tuoi bambini, i singhiozzi si sentono ugualmente? Una cazzata lo è in Francia ed in Italia. Cerchiamo soluzioni alternative per produrre energia, senza dover essere obbligati a comprarla dall'estero, invece di costruire le centrali qui da noi.  

Se aveste la possibilità di far tornare in vita tre personaggi.

Se aveste la possibilità di far resuscitare tre persone (personaggi) di qualsiasi tempo, campo d'interesse e nazionalità, chi vorreste fossero?
Ovviamente dalla lista sono esclusi (mi capirete) parenti o amici.
Io credo che farei tornare:
Giordano Bruno. (Credo l'abbiano bruciato troppo presto. Aveva ancora tanta filosofia da fare)

Ernesto Guevara. (Abbiamo bisogno della rivoluzione, e lui sarebbe la persona giusta)

Gandhi. (Abbiamo bisogno di amore e pace ed a me piacerebbe che lui ce le (re)insegnasse)

Dico sempre qualcosa perchè penso sempre qualcosa.

Salve. Qualcuno già mi conosce, altri (forse e spero) no.
Ho deciso di creare questo diario digitale perchè credo sia interessante dire qualcosa e sentirsi dire altrettanto.
Spero sia questa un'occasione per poter confrontarci, scrivendo tutto ciò che vogliamo.
Io ho tanto da dire.
Spero che i miei amici (che ho invitato personalmente) mi diano una mano e dei consigli, ma soprattutto spero mettano l'ardore e la voglia di urlare o sussurrare quello che hanno nell'anima.
Usiamo le possibilità che questo mondo (moderno?) ci da.
Accomodatevi e fate come se foste nel diario vostro.